Sergio Bossi - Presidente Unione Collina Torinese- Adriano Pizzo - Sindaco di Pecetto Torinese-Maria Rosa Menzio -Direttrice Artistica- nell’ambito della Rassegna 2010 “TEATRO E SCIENZA: I CONFINI” presentano “LA SCOPERTA DELL’ORIZZONTE” di Valentina Veratrini.
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Per la regia originale di Marco Viecca, nell’allestimento dell’Associazione Culturale ONDA LARSEN, domenica 7 Novembre 2010 ore 17 presso la Chiesa dei Battù di Pecetto Torinese.
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Con la partecipazione di: Vanina Bianco, Riccardo De Leo, Irene Forneris, Gianluca Guastalla, Giovanni Mancaruso, Marzia Scala, Lia Tomatis, Andrea Zirio.
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Musiche composte da Federico Panciona. Costumi Parthernos.Luci Onda Larsen. Maschere Fabrizio Tomei.
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La barca di Darwin di Lorenzo Rasello è stata fornita dall’Associazione Culturale La Tela di Aracne.
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Un secolo e mezzo dopo che il naturalista inglese Charles Darwin ha scritto L’origine della specie, considerata una pietra miliare della biologia evoluzionistica e della cultura universale, e dopo le più recenti ed assai rilevanti scoperte scientifiche, negli ultimi anni ci sono stati molti ed intensi dibattiti, talvolta anche accesi, sul tema dell’evoluzione biologica, che hanno coinvolto scienziati, filosofi e teologi. L’eco di tali discussioni è rimbalzata più volte anche nei maggiori massmedia, coinvolgendo così un pubblico più vasto. Non di rado, si è avuta l’impressione che in campo vi fossero vere posizioni ideologiche: da una parte, un evoluzionismo metafisico antireligioso e, dall’altra parte, estremizzazioni fondamentaliste che hanno perorato il più tradizionale creazionismo o proposto il più recente Intelligent Design. La scienza, da una parte, e la teologia, dall’altra, rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione, spesso scorrettamente sovrapposti così da generare confusione e polemiche ideologiche. Solo un’adeguata riflessione filosofica può forse raggiungere lo scopo di indicare i potenziali punti di convergenza tra scienza e teologia ed il modo in cui questi due campi d’analisi possono integrarsi.
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Quando Marco Viecca mi ha sottoposto il soggetto di Spettacolo –dice Valentina Veratrini- chiedendomi di scrivere il testo de “La scoperta dell’orizzonte”, mi sono trovata davanti ad un problema nuovo, come drammaturga. Quello di conciliare una materia strettamente scientifica, come il discorso sull’evoluzionismo, con le esigenza di spettacolarità e teatralità necessarie per rendere un testo recitabile da parte degli attori e fruibile da parte del pubblico. La materia fortemente conflittuale, che analizza lo scontro reale, storicamente cruento tra evoluzionismo e creazionismo, è stato il punto di partenza che ha portato il testo in una direzione spesso onirica, sognante, simbolica. In questa dimensione di surrealtà, le scimmie assurgono a simboli di una condizione di libertà, che crea la possibilità stessa dell’evoluzione. Sollevando lo sguardo da terra, le scimmie scoprono l’orizzonte, quell’orizzonte che diventa meta, traguardo, motivazione dell’agire, all’interno di un ritmo cosmico, universale. La natura è Madre ancestrale, e sostiene nel suo grembo il cuore pulsante della vita. Cuore che nessuna forza umana potrà fermare, archetipo stesso del movimento incessante che crea dal proprio interno l’evoluzione, il cambiamento. Darwin si muove nel testo come solitario veggente. Lo scienziato coglie per flash la portata culturale, sociale, politica, morale della propria teoria evoluzionistica. Vive come in un sogno cosciente squarci futuribili di realtà, in incomprensioni, di esacerbazioni, di conflitti a venire. E nella penombra della storia e della memoria, ciò che resta di tanto parlare è l’eco insopprimibile di un urlo di libertà: la libertà di pensare.
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La Rassegna 2010 “TEATRO E SCIENZA: I CONFINI” è stata premiata con la MEDAGLIA del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
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INGRESSO LIBERO (fino ad esaurimento posti)
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www.teatroescienza.it
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Per la regia originale di Marco Viecca, nell’allestimento dell’Associazione Culturale ONDA LARSEN, domenica 7 Novembre 2010 ore 17 presso la Chiesa dei Battù di Pecetto Torinese.
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Con la partecipazione di: Vanina Bianco, Riccardo De Leo, Irene Forneris, Gianluca Guastalla, Giovanni Mancaruso, Marzia Scala, Lia Tomatis, Andrea Zirio.
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Musiche composte da Federico Panciona. Costumi Parthernos.Luci Onda Larsen. Maschere Fabrizio Tomei.
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La barca di Darwin di Lorenzo Rasello è stata fornita dall’Associazione Culturale La Tela di Aracne.
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Un secolo e mezzo dopo che il naturalista inglese Charles Darwin ha scritto L’origine della specie, considerata una pietra miliare della biologia evoluzionistica e della cultura universale, e dopo le più recenti ed assai rilevanti scoperte scientifiche, negli ultimi anni ci sono stati molti ed intensi dibattiti, talvolta anche accesi, sul tema dell’evoluzione biologica, che hanno coinvolto scienziati, filosofi e teologi. L’eco di tali discussioni è rimbalzata più volte anche nei maggiori massmedia, coinvolgendo così un pubblico più vasto. Non di rado, si è avuta l’impressione che in campo vi fossero vere posizioni ideologiche: da una parte, un evoluzionismo metafisico antireligioso e, dall’altra parte, estremizzazioni fondamentaliste che hanno perorato il più tradizionale creazionismo o proposto il più recente Intelligent Design. La scienza, da una parte, e la teologia, dall’altra, rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione, spesso scorrettamente sovrapposti così da generare confusione e polemiche ideologiche. Solo un’adeguata riflessione filosofica può forse raggiungere lo scopo di indicare i potenziali punti di convergenza tra scienza e teologia ed il modo in cui questi due campi d’analisi possono integrarsi.
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Quando Marco Viecca mi ha sottoposto il soggetto di Spettacolo –dice Valentina Veratrini- chiedendomi di scrivere il testo de “La scoperta dell’orizzonte”, mi sono trovata davanti ad un problema nuovo, come drammaturga. Quello di conciliare una materia strettamente scientifica, come il discorso sull’evoluzionismo, con le esigenza di spettacolarità e teatralità necessarie per rendere un testo recitabile da parte degli attori e fruibile da parte del pubblico. La materia fortemente conflittuale, che analizza lo scontro reale, storicamente cruento tra evoluzionismo e creazionismo, è stato il punto di partenza che ha portato il testo in una direzione spesso onirica, sognante, simbolica. In questa dimensione di surrealtà, le scimmie assurgono a simboli di una condizione di libertà, che crea la possibilità stessa dell’evoluzione. Sollevando lo sguardo da terra, le scimmie scoprono l’orizzonte, quell’orizzonte che diventa meta, traguardo, motivazione dell’agire, all’interno di un ritmo cosmico, universale. La natura è Madre ancestrale, e sostiene nel suo grembo il cuore pulsante della vita. Cuore che nessuna forza umana potrà fermare, archetipo stesso del movimento incessante che crea dal proprio interno l’evoluzione, il cambiamento. Darwin si muove nel testo come solitario veggente. Lo scienziato coglie per flash la portata culturale, sociale, politica, morale della propria teoria evoluzionistica. Vive come in un sogno cosciente squarci futuribili di realtà, in incomprensioni, di esacerbazioni, di conflitti a venire. E nella penombra della storia e della memoria, ciò che resta di tanto parlare è l’eco insopprimibile di un urlo di libertà: la libertà di pensare.
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La Rassegna 2010 “TEATRO E SCIENZA: I CONFINI” è stata premiata con la MEDAGLIA del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
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INGRESSO LIBERO (fino ad esaurimento posti)
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www.teatroescienza.it
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