giovedì 2 aprile 2009

LA MATERIA OSCURA AL CIRCOLO DEI LETTORI



C'è chi sostiene che uno studio che portasse a risultati tangibili sulla prova dell'esistenza e della natura della energia/materia oscura,
qualora venisse confermato nei suoi risultati, meriterebbe il premio Nobel per la Fisica.



Foto:
Rita Bernabei, ordinario di FIsica Nucleare e Subnucleare all'università di Roma Tor Vergata. Vittorio Bo, direttore del Festival della Scienza di Genova e presidente di Codice Edizioni a Torino


Ieri al Circolo dei Lettori di Torino, la professoressa Rita Bernabei, ha descritto, alla presenza di una nutrita platea di appassionati, le ultime ricerche dello studio tutto italiano da lei coordinato che proverebbe l'esistenza della materia oscura, esperimento che sta suscitando un acceso dibattito tra i fisici di tutto il mondo.

Si tratta di un esperimento che pochi italiani conoscono, condotto nelle profondità del Gran Sasso per studiare segnali dall’Universo oscuro.

In pratica accade questo: tutti gli oggetti osservabili dell'Universo, stelle, nebulose, galassie ovvero la materia visibile, barionica, di cui siamo fatti anche noi, animali e pianeti è appena il 4-5% della materia totale osservabile. L'universo è composto per circa il 25% da materia oscura e per il restante 70% da energia oscura. Ma nessuno ancora l'ha osservata.

Lo studio delle particelle di materia oscura nell’Universo è uno degli argomenti più affascinanti della fisica attuale.

Il nome dell'esperimento della professoressa è Dama, ed è stato progettato e realizzato per essere in grado di dare una risposta sulla presenza di particelle della materia oscura nell’alone della nostra galassia.


Cosa fa l'esperimento? Pensiamo a questo: il Sole ruota attorno al nucleo galattico e la Terra ruota attorno al Sole. La Terra nel suo moto sperimenterà così un “vento” di particelle di materia oscura, la cui intensità (misurata dagli apparati sperimentali nel sito sotterraneo dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn) varierà ciclicamente durante l’anno.

La variazione deve essere presente solo nella regione di bassa energia, dove le particelle di materia oscura possono indurre segnali, e solo in eventi in cui uno dei rivelatori scintilla, poiché è trascurabile, per questi processi rari, la probabilità di interazioni multiple.

Dama/NaI ha fornito la prima indicazione sperimentale che particelle di materia oscura sono presenti nell’alone galattico; i suoi risultati sono compatibili con le caratteristiche delle particelle che secondo varie teorie possono spiegare la materia oscura. Il futuro di questo tipo di ricerche è ora affidato al successore di Dama/NaI, Dama/Libra, che sta raccogliendo dati per investigare ancora più a fondo tali particelle e la loro natura e anche per studiare proprietà dell’alone galattico stesso.

Foto: Piero Galeotti. Professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Torino, vice presidente del Planetario di Torino, direttore de Le Stelle (mensile di cultura astronomica).


Fonte: Gravità Zero - Divulgazione scientifica

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