Quanti torinesi saprebbero dire in quale palazzo di Torino Silvio Pellico scrisse "Le mie prigioni"?
O quello in cui Michele Novara ha suonato per la prima volta l'inno di Mameli?
E che allo storico Caffé Fiorio di Via Po (fondato nel 1789) furono scritte le pagine più importanti della storia d'Italia (locale meta preferita di aristocratici, intellettuali e diplomatici dell'epoca).
E quanti torinesi conoscono la donna più bella d'Europa (come era considerata Virgilia Oldini a 17 anni) che dimorò a Palazzo Veraris Asinari di via Lagrange? Aveva occhi di un blu intenso (fatto risaltare dagli abiti viola che amava indossare) e folti capelli castani. La storia della sua vita fu piuttosto travagliata (il figlio morì di vaiolo e lei stessa perì di apoplessia cerebrale). Ora riposa al cimitero di Parigi Père Lachaise. Leggere la storia di questo personaggio, come gli altri contenuti in questa guida, permette di conoscere aspetti poco noti della storia della città.
Storie che si intrecciano, storie di persone, di grandi personaggi, molto ma molto umani, che hanno fatto la storia dell'Italia. E di edifici, una volta meta di aristocratici e uomini potenti, e ora aperti al pubblico.
Come il ristorante del Cambio, uno dei luoghi simbolo del Risorgimento, fondato il 5 ottobre 1757. Il nome deriva da un cambio postale e rimanda ai tempi in cui era necessario fermarsi per cambiare i cavalli delle diligenze: una occasione per ristorarsi dopo un faticoso viaggio. Divenne ben presto un locale elegante, dove tra stucchi e specchi si incontravano i potenti dell'epoca.
Al locale è legato un episodio entrato nella mitologia risorgimentale. Il 26 aprile 1859 Cavour parlò alla Camera, respingendo l'ultimatum imposto dall'Austria: era la guerra. Poco dopo, al Ministero degli Esteri, il conte salutò il plenipotenziaro austriaco, Ernst von Kellersperg: "spero, sig. barone, che ci rivedremo in circostanze più liete". Poi, rivolgendosi ai collaboratori, disse "Alea iacta est. Abbiamo fatto la storia, e ora andiamo a pranzo" Salì in carrozza e si fece portare al Cambio. Del resto, Cavour spesso citava anche un motto latino secondo il quale "cattura più amici la mensa che la mente".
E' accaduto anche in occasione della conoscenza di questo bellissimo libro illustrato dalle splendide fotografie di Giuseppe Parola, fotografo e autore che abbiamo incontrato in numerose occasioni proprio di fronte a una gustosa tavola imbandita, non propriamente quella del Cambio, ma altrettanto invitante.
Un libro non solo per i turisti, per i curiosi, ma soprattutto per i torinesi, per riscoprire insieme le strade che ogni giorno percorriamo e che sono ancora le stesse che vedevano Cavour, Garibaldi, Gioberti o Massimo D'Azeglio.
Ornella Paletto, Giuseppe Parola
STRADE E PALAZZI DEL RISORGIMENTO A TORINO
Sei itinerari dal 1800 all'Unità
Formato 21 x 22,5
Pagine 180
ISBN 978-88-7707-127-9 - € 8,90
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