giovedì 9 luglio 2009

WORKING CAPITAL, FINANZIAMENTI PER START UP A TORINO



Marco Tracinà ci racconta la tappa torinese del Working Capital.
Il suo articolo è stato pubblicato su The Daily Bit.

La corrida

La prima bocciatura può arrivare subito, quando dopo la presentazione nessuno tra il pubblico ha domande da fare. All'aspirante imprenditore rimane una speranza: che in platea non ci sia nessuno in grado di capire la potenzialità della proposta presentata.
Più spesso, però, siamo in presenza della “serata del dilettante”, il momento di gloria di quello che si è messo in testa un idea meravigliosa, cullandosela attraverso lunghe notti insonni o fumosi (in tutti i sensi) brainstorming.

Aspiranti Page&Brin che non preparano dettagliatamente l'intervento, ignorano quali siano i principali concorrenti, non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi di procedere nella più semplice delle analisi, quella tra costi e ricavi. Qualcuno ne ha un'idea. Spesso sbagliata. Il business plan lo faranno sempre "dopo".
Chi per mestiere analizza idee (e imprese) da anni, sa che in casi simili quel "dopo" non arriverà mai.

C'è un umanità interessante dietro la tappa torinese del Working Capital.
C'è il "guru de noartri" con relativa corte twitterina, osannato sui blog e replicante professionista dei commenti, incapace di nascondere la tensione durante il suo intervento, coronato dall'inevitabile insuccesso: nessuno ha capito cosa volesse proporre. Accetti il consiglio: in futuro, eviti citazioni e presentazione personale e si concentri sulla domanda. Sarà meno affascinante, ma è più utile.

Ci sono quelli che "se serve a me, servirà anche agli altri". Peccato: il target da raggiungere sono quegli stessi altri che, spesso, usano già da anni prodotti simili presenti su Internet in versione free o pro, dimostrando una padronanza del web maggiore dell'aspirante imprenditore.
Ci sono, fortunatamente, quelli che hanno curato la presentazione (Claudio Carnino di HiNii) dimostrando almeno di essersi preparati seriamente all’appuntamento con la lotteria. Ritenti, sarà più fortunato. Ma l’approccio è corretto: continuando così, e realizzando progetti più dettagliati, in futuro potrebbe convincere un Venture.

I minuti passano ascoltando proposte quasi sempre orientate verso settori B2C, la chiave del web facile: tanti soldi e subito, palate di dobloni. Sogni.
Ho ascoltato soltanto un intervento orientato in chiave B2B (quello dell'intelligente Francesco Fullone) e due - entrambi ottimi - estranei all'ambiente web ma utilizzanti il canale Internet soltanto per la diffusione. A Silvia Dini, che avrebbe meritato un'attenzione maggiore nei confronti del progetto che ha presentato, suggerisco di insistere coinvolgendo la P.A. e soprattutto usare un altro genere di appuntamenti, più sensibili alla sua proposta, per trovare supporto. I siciliani Vasta e Coppoletta di Core, invece, dovrebbero abbandonare la splendida cortesia che li distingue e diventare appena un po' più aggressivi: possiedono una buona competenza e un'idea imprenditoriale interessante, a condizione di non caricarli di attese che da soli non potrebbero soddisfare.
Avanti un altro.

Marco Tracinà

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