Maria Rosa Menzio, matematica e regista teatrale, porta sulle scene il Teatro, la musica, danza e le video installazioni per celebrare la più affascinante delle scienze, l'Astronomia, proprio nell'Anno Internazionale dedicato a questa disciplina (era infatti il 1609 quando Galileo iniziò le prime osservazioni astronomiche per confermare la validità del sistema copernicano). Nel 2009, peraltro, l'Osservatorio di Torino festeggia il 250° anniversario della sua fondazione.
“SIDEREUS NUNCIUS” Galileo e la luna: questo potrebbe essere un titolo alternativo. La spettacolarizzazione del “Nuncius”, ovvero da un lato lo scienziato rigoroso, amante delle stelle, forse un po’ innamorato della luna, dall’altro l’uomo che ama la vita in modo passionale, a dir poco, vive con umorismo e arguzia, e con una certa presunzione.
Una selezione di strofe scelte dal testo “Contro il portar la toga” intervalla l’antologia dei brani più propriamente astronomici. Da qui emerge un Galileo che andava all’osteria, mangiava e beveva allegramente, teorizzava che donne e uomini dovessero andare in giro senza veli e confessava - senza troppi scrupoli - il proprio debole per le donne di piacere. Inframmezzate alle parole di Galileo, sentiremo citare Campanella, Torquato Tasso, Shakespeare, Leopardi, Dante, Nietzsche e Neruda. Il leit motiv che unisce tutti questi autori è appunto la Luna, che li rapisce e li innamora uno dopo l’altro, chi in modo lirico, chi drammatico, o ancora elegiaco. La voce che appartiene a Galileo ama invece la luna in modo totale, sensuale, esclusivo.
La novità dello spettacolo è il video in prima nazionale: oltre 200 frattali (oggetti nati da complesse formule matematiche e cambio gradiente) che con particolari transizioni si trasformano l’uno nell’altro, e simboleggiano pianeti lontani, forme astratte e viaggi astrali nell’ignoto (durata 70 minuti - anteprima nella Notte Europea della Ricerca al Museo del Cinema e in Rettorato all’Università di Torino). A fine spettacolo, una danza alla luna mima i movimenti del nostro satellite.
Una selezione di strofe scelte dal testo “Contro il portar la toga” intervalla l’antologia dei brani più propriamente astronomici. Da qui emerge un Galileo che andava all’osteria, mangiava e beveva allegramente, teorizzava che donne e uomini dovessero andare in giro senza veli e confessava - senza troppi scrupoli - il proprio debole per le donne di piacere. Inframmezzate alle parole di Galileo, sentiremo citare Campanella, Torquato Tasso, Shakespeare, Leopardi, Dante, Nietzsche e Neruda. Il leit motiv che unisce tutti questi autori è appunto la Luna, che li rapisce e li innamora uno dopo l’altro, chi in modo lirico, chi drammatico, o ancora elegiaco. La voce che appartiene a Galileo ama invece la luna in modo totale, sensuale, esclusivo.
La novità dello spettacolo è il video in prima nazionale: oltre 200 frattali (oggetti nati da complesse formule matematiche e cambio gradiente) che con particolari transizioni si trasformano l’uno nell’altro, e simboleggiano pianeti lontani, forme astratte e viaggi astrali nell’ignoto (durata 70 minuti - anteprima nella Notte Europea della Ricerca al Museo del Cinema e in Rettorato all’Università di Torino). A fine spettacolo, una danza alla luna mima i movimenti del nostro satellite.
16 Ottobre 2009, ore 21
Pino Torinese, Teatro «Le Glicini» (vedi mappa)
«SIDEREUS NUNCIUS»
da Galileo Galilei
INGRESSO LIBERO
con Simonetta Sola e Maria Rosa Menzio
Danza alla luna Chiara Fiorenza
Regia di Maria Rosa Menzio
Scarica il programma della serata in PDF
il programma completo è sul sito web di Teatro e Scienzawww.teatroescienza.it/rassegna2009/rassegna2009.htm
.
.
Nessun commento:
Posta un commento